Il diabete è una malattia frequente in questo Paese ed è stato diagnosticato al 3% circa della popolazione. È probabile che, in famiglie numerose, più di un membro ne sia colpito secondo una logica puramente casuale. In alcune famiglie, tuttavia, la tendenza a contrarre il diabete sembra particolarmente alta. La tribù degli Indiani d’America Pima è l’esempio più significativo: più della metà dei suoi componenti è colpita dal diabete entro il raggiungimento della mezza età.
I geni sono le parti della cellula umana che stabiliscono le caratteristiche ereditate dai genitori. Il fatto di ereditare determinati geni da un genitore piuttosto che dall’altro è casuale: si potranno, ad esempio, ereditare i piedi lunghi del papà o gli occhi blu della mamma. Allo stesso modo, il caso stabilisce se una persona trasmette o meno ad uno dei propri figli i geni responsabili della predisposizione al diabete. È soltanto la predisposizione al diabete a venire o non venire trasmessa: la malattia vera e propria insorgerà solo se un evento farà sì che le cellule del pancreas che producono insulina non riescano più a farlo adeguatamente. A differenza di quanto è avvenuto per il diabete di tipo 1, i geni specifici che ci mettono a rischio di diabete di tipo 2 non sono ancora stati identificati. Eppure, il diabete di tipo 2 si trasmette per via familiare molto più di quello di tipo 1. Se uno dei genitori ha il diabete di tipo 2 c’è il 30% di possi- bilità che il figlio abbia il prediabete, che nel 50% dei casi si trasforma poi in diabete. Vi è pertanto un rischio complessivo del 15% circa.